Grazie ai lavori del Progetto Grande Pompei si possono visitare la Fullonica di Stephanus, la casa del Criptoportico, di Paquius Proculus, del Sacerdos Amandus, di Fabius Amandio e dell'Efebo. Fino a gennaio previste visite guidate gratuite, alla scoperta di queste domus oppure dell'Anfiteatro con la mostra dei calchi, della Palestra riaperta recentemente e arricchita dagli affreschi di Moregine.
Sei meraviglie dell’antica città di Pompei, restaurate e ristrutturate, riaprono le loro porte la vigilia di Natale. Un momento positivo per l'antica città romana rimasta congelata, per la potenza del Vesuvio, al 79 dopo Cristo e che quest’anno è stata meta di 3milioni e 250 mila visitatori. A presentare questo plurievento, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, insiema al Ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini oltre al Soprintendente archeologico Massimo Osanna e al Direttore del Grande Progetto Pompei Giovanni Nistri (che lascia il progetto per altri incarica e passa le consegne al generale Luigi Curatoli).
L'evento è stato letto e interpretato in chiave politica, anche se il Grande Progetto Pompei, con i suoi fondi europei, è nato prima di questo governo. "Pompei è il simbolo di un'Italia che riparte" dice Renzi nel suo discorso natalizio votato a rendere l'andamento del restauro e consolidamento strutturale della città antica una sorta di metafora della condizione dell'Italia tutta, un'occasione di rilancio internazionale dell'immagine della Nazione.
Al di là e oltre le parole più o meno orgogliose e di immagine, il fatto è che Pompei, grazie a questo progetto, riesce a mettere in sicurezza le varie regioni in cui è divisa la città ed a restaurare edifici, mosaici e affreschi di notevole valore culturale e storico. Non era mai capitato però che ben sei luoghi venissero riaperti al pubblico insieme. Si trovano tutte nella Regio I della città antica e sono edifici particolari ed emozionanti.
La Fullonica di Stephanus, su via dell'Abbondanza, è una lavanderia del I secolo: originariamente una domus, ha cambiato destinazione con vasche in muratura attraversate da un flusso di acque, per la tintura, il lavaggio e la smacchiatura dei tessuti. L'ingrediente base per queste operazioni, oltre ad alcuni tipi di argille, era l'urina (raccolta in vasi anche in altre parti della città) . Caratteristico di questo tipo di locali era l'asciugatura dei panni all'aperto, ai piani superiori e su strada, che ricorda abitudini ancora vive in questa zona della Campania. La Fullonica è stata attributa a Stephanus perché sulla parete della lavanderia compare questo nome in una scritta elettorale.
Gli altri cinque edifici sono tutte domus. Tra le più belle c'è la casa del criptoportico: si entrava su via dell'Abbondanza ma oltre ai locali sviluppati su quel piano (dove spicca il triclinio, sala da pranzo, in muratura rivestito da intonaco dipinto a fondo rosso), c'era, scendendo di livello (probabilmente quello dell'abitazione più antica), sotto il giardino quadrangolare, un criptoportico a volta con una stanza soggiorno (oecus) e quattro ambienti termali. Per fruire meglio la visita alla domus è stata costruita anche una scala che consente di salire e scendere tra i due livelli. Straordinariamente belli sono sia i mosaici coloratissimi che le pareti affrescate.
La casa di Paquius Proculus presenta al suo interno mosaici meravigliosi, come il cave canem all'ingresso e l'intero atrio mosaicato con figure in bianco e nero. Quella del Fabius Amandio, una piccola casa di ceto medio, ha un affascinante impluvium decorato in mosaico. Quella di Sacerdos Amandus ha sulle pareti di ingresso affreschi di incontri gladiatori (in osco si legge anche, forse, il riferimento a Spartaco), mentre nel triclinium (sala da pranzo) conserva pareti affrescate in III stile con raffigurazioni mitologiche.
Di dimensioni notevoli poi la casa dell'Efebo che prende il suo nome da una statua di bronzo ritrovata all'interno: dimora articolata in diversi spazi, era di ceto mercantile e nasce dall'unione di più case comunicanti. Molto ricca tra i vari ambienti, presenta un meraviglioso trinclinio interno e uno estivo, a un livello più basso, con tanto di letto triclinare affrescato con paesaggio nilotico e di fontana con ninfeo (nella foto).
La cosa più inquietante, vera e intrigante della casa, è la presenza di un calco della porta dell'epoca: sbarrata dall'interno, rende l'idea del tentativo di salvarsi chiudendo tutto per scappare, vano gesto in una città che verrà cancellata dalla potenza del vulcano.
Il costo complessivo per questi lavori del Grande Progetto Pompei è stato di 2.970.204€, fondi europei per un concreto sostegno strutturale a tutti gli scavi, un gesto netto per prendersi cura di un tesoro inestimabile che altrimenti rischia di andare in rovina, come hanno dimostrato i crolli degli ultimi anni.
E poi le visite: da oggi 26 dicembre e fino al 10 gennaio Scabec, con il circuito Campania>Artecard, propone due possibili percorsi inediti, alla scoperta di queste domus appena restaurate e di altre aree normalmente chiuse al pubblico. I percorsi sono: “Di domus in domus” (visite dalle ore 10.00 alle 15.00 – biglietteria di Piazza Esedra – tutti i giorni tranne il 1 gennaio) che prevede la visita proprio di questi edifici appena aperti, e “Memorie e suggestioni - viaggio dal 79 d.C. ad oggi” (visite alle ore 11.00, 13.00, 15.00 – biglietteria di Porta Anfiteatro tutti i giorni tranne il 1 gennaio) che prevede la visita all’Anfiteatro e alla Piramide, realizzata dall'architetto Francesco Venezia che custodisce i calchi, ed alla Palestra Grande, un tempo utilizzata per l’educazione fisica dei giovani ed arricchita dalla presenza degli affreschi provenienti dalla Villa di Moregine.
Le visite sono comprese nel biglietto d'ingresso agli Scavi ma è necessario prenotarsi e si prevede il tutto esaurito. Per informazioni e prenotazioni: 800 600 601 - Cellulari ed estero: +39 06 39967650
www.campaniartecard.it